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Perché dipingi così?


Per molti anni della mia vita ho affrontato la pittura in maniera scolastica e precisa. Così come l’ho imparata a scuola.

Dal punto di vista pratico, operare secondo questo tipo di visione ed esecuzione del dipingere mi ha sempre impegnato tante ore.

Non so se sia un bene o un male, ma adesso che mi occupo di diverse attività, devo essere bravo a terminare i lavori alle date stabilite, quindi anche le tele, nel minor tempo possibile.

Con un briciolo di esperienza, e qualche influenza che viene dal mondo della pubblicità ho “temperato” lo stile e mi sono convinto che “l’idea” è alla base di ogni buon quadro.

Secondo me, la bellezza di un elaborato deve andare oltre al fattore estetico.

Spesso nei mie quadri, questo fattore estetico, nemmeno esiste.

Chi compra i miei manufatti, solitamente, si affeziona al concetto che ci sta dietro. Almeno, questo è il feedback che ricevo con più frequenza.

Adesso, sto cercando di mischiare lo stile della street art alla pittura classica.

Credo fermamente che i ragazzi incappucciati, che dipingono i muri la notte, siamo di gran lunga più bravi della maggior parte dei pittori che espongono nelle gallerie d’arte.

Chi non frequenta il mondo della “pittura altolocata”, non sa che per aver esposta una tela in una mostra d’arte bisogna sborsare dai 1.000 ai 5.000 euro, a prescindere dalla vendita o meno del dipinto.

Per non parlare delle recensioni su riviste e cataloghi di settore.

Per principio morale ed economico, mi tengo fuori da questo giro.

Se mai un giorno avrò tutti questi soldi da spendere, sicuramente non li spenderò per pavoneggiarmi alle serate mondane organizzate da mercanti d’arte e galleristi, ricche di calici e spesso povere di contenuti.

Per questo motivo, preferisco mettere i miei disegni e i miei dipinti dentro ai pubs o nelle piccole associazioni, che gentilissime mi ospitano senza alcun problema.

Forse questo mi terrà lontano da moti colleghi e compratori, ma adesso che, anche il mondo della stampa serigrafica, mi ha chiesto di disegnare per la vendita di t-shirts mi sento più vicino al modello di artista che Haring ha creato negli anni ’80.

Non a caso, sul suo modo di vivere, pur essendo io, uno scultore classico, ho scritto la mia tesi di fine corso all’Accademia di Belle Arti.

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